
Allattamenti vincenti, continua la rubrica dedicata interamente all’allattamento vincente e alla tenacia di alcune mamme che sono riuscite dopo una partenza in salita a ritrovare la giusta strada per un percorso ricco di amore.
Dolcissime neo mamme ricordatevi che io sono sempre qui per voi, per aiutarvi e supportarvi anche e soprattutto durante le partenze un po’ faticose.
L’allattamento è una cosa meravigliosa e vale la pena lottare per portarlo avanti rivolgendosi ad un professionista.
L’ittero non ostacola il vostro allattamento, anzi, dovrà stimolarvi a continuare, perchè non potrà che essere un bene!
Questa è la storia di mamma A e del suo bimbo che chiameremo G, il suo è stato un parto complicato nella fase espulsiva, in conseguenza della quale il piccolino ha contratto l’ittero, purtroppo in ospedale non si sono accorti subito della condizione del bimbo, e la mamma non è stata guidata e avvertita delle difficoltà che poteva incontrare con l’allattamento di un
bambino che ha questa condizione.
Ittero del neonato
Il termine ittero si riferisce alla tipica colorazione della pelle, ma anche delle mucose e delle sclere, causata da un aumento della birilubina nel sangue, sostanza che deriva dal metabolismo dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi.
Diciamo subito che si tratta di un disturbo molto comune, infatti interessa oltre il 50% dei neonati e solitamente è destinata a scomparire nel giro di pochi giorni.
Pur essendo una patologia frequente che non deve destare preoccupazione, ci sono delle pre condizioni che possono essere considerati fattori di rischio nell’insorgenza del colorito cutaneo giallognolo.
Per esempio:
• familiarità con l’ittero
• diabete gestazionale
• parto indotto con l’ossitocina
• nascita prematura
Si parla invece di ittero patologico quando il disturbo si associa a livelli più elevati di bilirubina nel sangue e con un andamento progressivo.
In questo caso, la concentrazione supera i 15 mg/dl e il colorito giallo compare già nel primo giorno di vita, permanendo anche per diverse settimane.
È più comune che il colore giallognolo si estenda a gran parte del corpo (addome compreso), associandosi talvolta a sonno prolungato e rifiuto dell’allattamento.
Le cose sono cambiate…
Grazie al consiglio di una mia collega la mamma è giunta al mio contatto e da qui siamo riuscite ad iniziare un percorso che l’ha portata alla soluzione.
Il nostro piccolo G, era molto sonnolento, a volte la mamma ha riscontrato anche difficoltà nel svegliarlo e di conseguenza si attaccava al seno con pochissime forze ed energie.
È facile comprendere lo stato d’animo della mamma che quando vede il proprio bambino non mangiare entra in un vortice di scoraggiamento e inadeguatezza, pensa infatti di non avere latte, di non essere una mamma capace o magari che il proprio latte non è sostanzioso per il proprio piccolo.
Oltre a dormire molto, il bambino nei momenti in cui era vigile mostrava segni di nervosismo ed iperattività.
Quando mamma A si è rivolta a me, il bambino aveva già 10 giorni, non stava prendendo peso, quindi non stava recuperando il peso alla nascita, il che non era affatto un buon segnale, ed era ancora un pochino giallo per l’ittero.
Dopo aver controllato il piccolo nel succhiare il latte, mi sono resa conto che il cucciolo aveva un frenulo linguale corto, una piccola membrana che attacca la lingua alla parte più bassa della bocca.
Il bimbo era anche molto molto rigido, quindi non solo faceva fatica ad attaccarsi perché era sonnolento, ma non riusciva ad attaccarsi al seno della mamma e quindi ad avere un buono passaggio di latte, poiché il frenulo non gli permetteva, di posizionare la lingua in
modo corretto.

È bene quel che finisce bene
Anche se in alcuni casi le situazioni possono essere date per perse, vorrei ricordarvi che niente è mai perduto e se la mamma e il papà ci credono davvero, affiancati da professionisti e dal giusto supporto e da tanta pazienza, si può allattare in modo sereno.
Il bambino della nostra neo mammina, oggi ha 6 mesi e mezzo, quasi 7 e con la giusta guida e supporto, non ha avuto più dolori, anzi è riuscita a portare avanti questa meravigliosa esperienza dell’allattamento a cui teneva davvero molto.
Tutta la pazienza e gli sforzi della mamma l’hanno ripagata fortemente ed insieme nei nostri incontri abbiamo cercato diverse posizioni idonee per l’allattamento.
La mamma ed il suo dolce piccolino hanno trovato una posizione adatta per loro due ovvero quella della lupa.
Questa posizione per l’allattamento al seno consiste nel posizionare il neonato sdraiato sulla schiena con la mamma a carponi sopra di lui, in modo che il seno cada tutto nella bocca del bambino, in questo modo anche i piccolini che non riescono ad afferrare il capezzolo, riescono a succhiare il latte dalla mamma.
È sicuramente una posizione scomoda per allattare, ma l’amore che una mamma ha per il proprio piccolo le fa sopportare tutto senza nessuno sforzo o dolore.
Insieme abbiamo anche trovato e convinto un otorino a tagliare il frenulo con una piccola incisione che di conseguenza ha permesso un leggero allungamento, per aiutare maggiormente il bambino ad attaccarsi al seno della sua mamma.
È stato un grande successo per la mamma e per il suo piccolo, che con il tempo ha iniziato ad essere più sereno, complice anche il massaggio infantile che ho insegnato alla mamma il quale ha ridotto di molto le situazioni di stress e nervosismo.
Possiamo dire che è stato davvero emozionante per me osservare come la pazienza dei genitori e i giusti consigli hanno restituito serenità ad una mamma e al suo bambino.

Contatti
Per qualsiasi dubbio o consiglio, ecco i miei recapiti:
333/6914485
info@ostetricaemamma.it
© Dottoressa Eleonora Giacobbi, ostetrica e mamma
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